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382 luigi capuana

tava, non piangeva. Di tratto in tratto solamente riprendeva a chiamare:

— Fortuna, Fortuna, se tu passassi da queste parti! —

La Fortuna doveva essere molto lontana, se neppure questa volta era accorsa alla chiamata di lei.

Il giorno dopo fu condotta di nuovo alla presenza del Re.

Carbonella, hai riflettuto? Vuoi disfare la malia?

— Ma che malia, Maestà! La trista malia...

Il Re non la fece finir di parlare:

— Hai tempo poche ore, Carbonella; sarai bruciata viva domani.

Il Reuccio non sentiva ragione, smaniava più che mai.

— Ah, quelle mani! Le più piccole e le più belle del mondo! Voglio trovare chi le possiede! Chi le possiede, voglio sposarla.

— Sono quelle di Carbonella, Reuccio! Vorreste sposare Carbonella, figlio mio?

— No, no, no, Maestà! Vi fate beffa di me! —