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d’oro; ed era oro davvero. Volevano arricchirsi, facendola sfacchinare da mattina a sera; la ragazza ignorava la virtù delle sue mani.

— Per ora, andate in carcere. Al patto dei dieci anni ci penseremo poi! —

Il Re e la Regina, vedendo Carbonella così mal ridotta, con quelle mani che sembravano bruciacchiate, furono molto contenti; la fissazione del Reuccio sarebbe sùbito sparita.

— Come ti chiami?

— Non lo so; mi dicono Carbonella: anche mia madre mi chiamava così. È morta; non ho più nessuno al mondo.

— E perchè vai di qua e di là?

— Voglio incontrare la Fortuna. L’hanno incontrata parecchi, ho sentito dire. Chi sa che non la incontri anch’io!

— E che vorresti dalla Fortuna?

— Quel che le piacerebbe di darmi. —

Re e Regina si guardarono in viso, stupiti di tali risposte. La Regina disse al Re sottovoce:

— Costei, Maestà, ha qualche cosa che non mi piace.