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carbonella | 373 |
giallicce, impronte delle mani in varii atteggiamenti, e così nette e così precise, che sembravano dipinte.
Tornò a lavarsele, a stropicciarle forte: l’acqua s’intorbidava col colore gialliccio scuro del letame; se non che, anche questa volta, col sole, quel colore luccicava come l’oro. Era inutile. E prese un altro panno (sembrava una camiciona) e vi si asciugò le mani. Pur troppo, tante impronte di mani, ma così nette e precise che sembravano dipinte.
Stava per sciorinarlo novamente su l’erba, quando accorsero da più parti i guardiani.
— Ah, scellerata! Che cosa hai fatto? Hai macchiato la biancheria della famiglia reale! —
Tentò di scappare; ma coloro la raggiunsero, l’afferrarono, la legarono con le mani dietro la schiena, e la trascinarono, piangente, mezza viva e mezza morta, al cospetto del Re.
— Perchè hai tu fatto questo?
— Maestà, perdonatemi. Io non sapevo... Se avessi saputo, Maestà... —