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C
’era una volta una povera donna che aveva una bambina così bruna, da sembrare quasi una mora. La lavava quattro, cinque volte al giorno per tenerla pulita; ma la pelle della piccina, specialmente quella delle mani, trasudava un umor nero che lasciava l’impronta su qualunque cosa ella toccasse, ed era la disperazione di quella povera mamma.
Le vicine le avevan messo il nomignolo di Carbonella; e anche sua madre aveva finito col non chiamarla altrimenti.
Carbonella, vispa, servizievole, si faceva voler bene da tutti. Non poteva però soffrire che gli altri bambini del vicinato la chiamassero cosi.
— Carbonella, vuoi fare il chiasso con noi?