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il nido dei draghi 335

passaggio. Si vedevano soltanto rocce lisce, a picco, e un lembo di cielo azzurro, limpidissimo, circoscritto dalle aguzze cime dorate dal sole.

S’intese un gran sibilo e poi uno strepito di ali.

Tutti alzarono gli occhi; un mostro orrendo veniva giù. Aveva un corpo da serpente ed ali da pipistrello, grandi come vele.

Il Reuccio si affrettò a tender l’arco, e lanciò una freccia che andò a conficcarsi proprio nel petto del mostro. Diè un sibilo più forte, pauroso, agitò le ali che si afflosciarono sùbito, e il mostro precipitò giù con grave rumore. Annodava e snodava la coda aguzza, rizzava il collo, e dalla bocca, tra due file di denti, vibrava la lingua che sembrava una spada.

Il Reuccio e i compagni gli tirarono altre frecce alla testa e al fianchi, e non si accostarono se prima non lo videro giacere inerte, tra una gran pozza di sangue nerastro.

Era un drago!