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il nido dei draghi | 333 |
Più il Re e la Regina gli rammentavano le disgrazie accadute ad altri cacciatori in quella remota montagna — molti erano andati e non erano ritornati — e più si accendeva nell’animo del Reuccio il desiderio di cimentarsi su per quelle balze, tra quegli orridi boschi. La sua tristezza aumentava di giorno in giorno, la sua salute ne soffriva.
— Dobbiamo vedercelo morire di malinconia? — disse la Regina.
Il Re resistette ancora un po’. Vedendo però che il Reuccio deperiva e non intendeva ragione, fisso in quel suo pensiero di andare a caccia laggiù laggiù, s’indusse ad accordare, suo malgrado, il permesso richiesto.
Il Reuccio parve risanato in un istante, e si preparò sùbito alla partenza. Se non che il Re volle che fosse accompagnato da più numerosa scorta.
E il giorno in cui egli e i suoi compagni uscivano dal palazzo reale, i soliti brontoloni ripetevano:
— Lo abbiamo detto: i figli dei vecchi non riescono gran cosa! Ecco: già di-