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La mamma impastava la torta grande quanto un corbello, e Primpellino, zitto, con le mani dietro la schiena, girava torno torno alla madia, sgranando gli occhi dalla contentezza.

E il giorno delle nozze, trassero di stalla l’asinello, il bue e la :mucca e li condussero davanti l’uscio; aprirono il pollaio e, :spargendo manate di becchime, raccolsero davanti alla casa il gallo e le dodici galline.

Primpellino, vestito da sposo, si pavoneggiava, strofinandosi le mani dall’allegrezza.

— Asinello, perché non ragli?

L’asinello, a testa bassa, con le orecchie ciondoloni, pareva fiutasse il terreno.

— Bue e mucca, perché non muggite?

Essi ruminavano, ruminavano, soffiando di tanto in tanto con le narici umide, e pensavano a tutt’altro che a muggire.

— Gallo, perché non fai chicchirichì? Galline, perché non chiocciate e non fate le uova?

Gallo e galline badavano a becchettare; c’era tanto buon grano, per terra!