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l’atto, Primpellino si arrabbiava, pestava i piedi, strillava. Per sfogarsi, saltava in cima a un pesco e faceva una bella scorpacciata delle pesche più belle.
Vedeva un largo raggio di sole, formicolante di pulviscolo che penetrava dalla finestra? E subito gridava:
— Mamma, tienlo fermo; voglio salirvi su e montare in alto!
E poiché la mamma non poteva render solido il raggio del sole formicolante di pulviscolo, Primpellino si arrabbiava, pestava i piedi, strillava. Per sfogarsi saltava in cima a un gelso moro, e faceva una bella scorpacciata di gelso tingendosi di rosso le mani, i vestiti, impiastricciandosi la faccia. Poi saltava giù dall’albero, e pareva dovesse fiaccarsi il collo; si tuffava, vestito com’era, nella vaschetta dell’orto, e ne usciva ripulito da capo a piedi. Dava una scrollatina di braccia, di gambe ed era più asciutto di un osso. Certe mattine si levava con la voglia di fare una corsa a cavallo dell’asinello. L’asinello era vecchio, con la coda spelata,