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le nozze di primpellino | 313 |
andò ad arrampicarsi in cima a un ciliegio e si mise a spolpare ciliege, divertendosi a lanciare lontano gli ossi con un cannellino. E di tanto in tanto ripeteva:
— Babbo bello, mamma bella...
— Come faremo, marito mio?
— Come vorrà la sorte, moglie mia. —
Si sentivano attaccati a Primpellino, quasi fosse una creatura delle loro viscere. Gli perdonavano tutte le bizzarrie, tutte le stranezze; ormai si erano abituati; ma ogni loro felicità era cascata giù al tristissimo annunzio: Primpellino se n’andrà! Sapevano per prova che neppure una sillaba di Primpellino andava in fallo! E si vedevano perduti, se non trovavano modo di avere Primpella per farla sposare con Primpellino.
Egli intanto diventava più strano, più capriccioso, più pazzerellone di prima.
Vedeva una stella filante? E gridava:
— Mamma, mamma, affèrrala! —
E poichè la mamma non gliel’afferrava, quantunque per contentarlo ne fa-