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facendo saltar per aria i tralci, quasi operasse una devastazione.

Il babbo accorreva, con le braccia in alto, gridando:

— Smetti, smetti, tristanzuolol Ma arrivato sul posto, trovava già compiuto un lavoro per cui non sarebbero bastate due giornate, e così esattamente da rimanerne stupito. Era già un bel ragazzino, forte, muscoloso; e intanto si nutriva soltanto di latte, di uova e di frutta.

La mattina, cerca Primpellino di qua, cerca Primpellino di là, lo trovavano inginocchiato per terra fra le gambe della mucca, e succhiava, succhiava il latte; quello munto non voleva berlo.

Più tardi, cerca Primpellino di qua, cerca Primpellino di là, lo trovavano nel pollaio che frugava nei corbelli per trovarvi le uova fresche. Vi faceva due buchini sulla punta, e se le sorbiva con un sorso. Serbava i gusci in un canto.

— Perché quei gusci, Primpellino?

— Per farli covare dalla chioccia, mammina cara!