Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/311

Primpellino mio! O l’una o l’altro, ti ho ucciso con le mie mani!

Accorse il marito.

— Non è niente, moglietta mia. Abbiamo altri due semi. Pazienza. Attenderemo ancora un anno.

La donna pianse la intera giornata; e il marito, verso sera, scavata una buca in fondo al prato, vi seppellì la zucca con entro la creaturina bianca bianca, piccina piccina.

— Primpella?... O Primpellino?...

— Moglietta mia, non ci ho guardato.

E quando tornò l’estate, seminarono un altro di quei semi. Acqua la sera, zappa il mattino; a questo badava la donna. E dopo una settimana, spuntarono due foglioline; poi altre due.

— Che pianta sarà, marito mio?

— Non si capisce; ma, se dovessi dire, mi sembra un popone.

— Qualunque sia, la terra lo nutrisca e il sole lo maturi! È la nostra fortuna, marito mio!

— Purché non ci entri di mezzo la fretta... tu m’intendi, moglie!