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298 | luigi capuana |
— S’infraciderà.
— Fino a quest’altra settimana, attendiamo.
— Seme, semino,
Primpella o Primpellino.
Non poteva cavarselo di mente, non ostante la canzonatura del marito. E una mattina ch’ella stava a covare con gli occhi la bella zucca, le parve di vederla agitare un pochino, senza che nessuno la toccasse. Dunque c’era dentro qualcosa di vivo! Primpella o Primpellino, forse! E la povera donna non stiè più su le mosse; corse in cucina, prese un coltellaccio e, senza dir niente al marito, spaccò per lungo la zucca. Stupì.
In mezzo a quella specie di rete a cui sono attaccati i semi, era una creaturina bianca bianca, piccina piccina che diè un lieve vagito e spirò. La donna cominciò a darsi pugni in testa, a strapparsi i capelli, a piangere e a strillare.
— Ahimè, Primpella mia! Ahimè,