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le nozze di primpellino | 297 |
questo badava la donna. La zucca cresceva d’un bel verde, e la donna la covava con gli occhi, quasi dovesse vederla, da un momento all’altro, mutarsi in una creaturina di carne e ossa.
— È strano, — diceva al marito — non ti sembra che prenda di giorno in giorno la forma di una bambina?
Infatti quella zucca, unico prodotto della pianta che si stendeva per lungo e per largo nell’orto con viticci e grandi foglie, dalla parte del picciòlo aveva una rotondità che somigliava a una testa di bambino; poi si allargava, si allungava... insomma, con la buona volontà che ci metteva la donna, aveva tutta l’aria di un bambino in fasce, nascosto dentro la buccia diventata così gialla da parere dorata.
La donna — acqua la sera, zappa la mattina — la covava con gli occhi, quasi dovesse vederla, da un momento all’altro, mutarsi in una creaturina di carne e ossa.
— Cogliàmola, è matura.
— Attendiamo ancora, marito mio.