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296 | luigi capuana |
E, al principio dell’estate, seminarono uno di quei semini.
Spuntarono due foglioline, poi altre due. Acqua la sera, zappa il mattino.
— Che pianta sarà, marito mio?
— Non si capisce; ma, se dovessi dire, mi sembra pianta di zucca.
Le foglie crebbero, si allargarono; il ceppo si allungò come un esile traicio...
— Che pianta sarà, marito mio?
— Non vedi? È proprio pianta di zucca.
— Se mai, non di zucca come tutte le altre.
— Vernina o frataia, le zucche si valgono. —
Venne il fiore, grosso, giallo, e più tardi spuntò anche il frutto; non c’era più da dubitare.
— È stata una bella beffa! Quando questa zucca sarà matura, la coglieremo, le daremo nome Primpella come disse la vecchia, e la terremo per nostra figliola!
— Non ridere, marito mio! Aspettiamo fino all’ultimo. —
Acqua la sera, zappa il mattino; a