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saltacavalla | 285 |
cia al nemico. Saltacavalla diè un colpo sul fondo della padella, e i suoi soldati si fermarono. Egli invece andò avanti con certe mosse così buffe, torcendo le labbra, sgranando gli occhi, cavando fuori la lingua, al suo solito, che i nemici cominciarono a ridere, a ridere, a ridere, contorcendosi, lasciando cascare giù le armi, tenendosi stretta la pancia, rotolandosi per terra...
Allora Saltacavalla dà due colpi sui fondo della padella — Tan! Tan! — e i suoi soldati si precipitano all’assalto e fanno strage dei nemici, che si lasciano scannare ridendo, incapaci di opporre la minima resistenza.
Quando Saltacavalla diè i tre colpi: tan! tan! tan! dei soldati nemici non ne rimaneva vivo neppure uno.
Ma essi erano l’avanguardia. Saltacavalla ordinò di rimettersi in marcia, e, dopo poche ore di cammino, ecco il grosso dell’esercito nemico che non s’aspettava di vedersi arrivare addosso l’avversario.
— Tan! —
E i soldati di Saltacavalla si ferma-