Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la figlia del giardiniere | 19 |
Il giovane era rimasto incantato a guardarla e ad ascoltarla. Rosea, coi capelli d’oro, con le mani fini, affusolate, con le pupille coperte da un velo bianco, la cèchina intenta a cantare non si era accorta della presenza di quei che si erano fermati a poca distanza.
— È cèca?
— Cèca e storpia, mio bel signore!
— Che disgrazia! —
E pareva non respirasse dalla commozione e dalla meraviglia di tanta bellezza.
— Che cosa canta?
— Dice:
Attendo, attendo, nella buia notte,
Ed apro l’uscio se qualcuno batte.
Dopo la mala vien la buona sorte...
— Il resto, la poverina, non lo ricorda più. Ora vo a cogliervi i fiori. —
Il giovane signore risalì, pensoso, nella carrozza, e quando il giardiniere tornò con una gran bracciata di fiori di ogni sorta, ricevette quattro grosse monete d’oro che gli fecero sgranare gli occhi.