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saltacavalla 271


Saltacavalla allungò il muso, cacciò fuori la lingua, sgranò tanto di occhi, e torse il collo a destra e a sinistra.

Un lieve sorriso spuntò su le labbra del Re, ma disparve subito.

— Me lo dài quel bastone lustro che porti al fianco? —

Intendeva di dire la spada. Saltacavalla non aveva mai visto spade, e non sapeva come si chiamassero, nè a che uso servissero.

Il Re tirò fuori del fodero la spada e gliela mostrò per fargli capire che non era un bastone.

— È un coltello? Troppo lungo per affettare il pane! Non serve. Guarda il mio: costa due soldi. —

E cavato di tasca il coltellino, Saltacavalla lo aperse e cominciò a far l’atto di tagliare una, due, tre fette di pane da una pagnotta, accompagnando il gesto con tali smorfie delle labbra, di tutto il viso, torcendo gli occhi, cacciando fuori a più riprese la lingua, che il Re sorrise e stese di nuovo la mano per fargli una carezza.