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266 | luigi capuana |
La camicia sventolava proprio come una bandiera.
— Toh! C’è là, in alto, lo spauracchio pei passeri! —
Erano i calzoni infilati a due rami. I carbonai, mal trattenendo le risa, non riuscivano a sgridarlo.
E Saltacavalla si faceva pregare un po’ prima di arrampicarsi lassù, e di restituire al garzone calzoni e camicia.
La donna gli lavava mani e faccia due, tre volte al giorno; ma dopo pochi minuti Saltacavalla era nero, mani e faccia, peggio di un piccolo carbonaio.
E se la mamma e il babbo — egli non sapeva che non fosse loro figlio — lo sgridavano, Saltacavalla faceva smorfie e gesti così strani, torcendo il muso, sgranando gli occhi, cavando fuori la lingua, che non era possibile rimanere seri; e tutto finiva in una grande risata. Rideva anche il garzone.
— È il nostro divertimento; lasciamolo fare.
— Poverino, non ha altri svaghi!