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264 | luigi capuana |
— Sarà la nostra fortuna.
— Gli vorremo bene come a vero figliolo.
— Ma, per allattarlo?...
— Compreremo una capra. —
La capra, in poco tempo, si affezionò talmente al bambino, che andava a porgergli i capezzoli assai meglio di una nutrice. La carbonaia glielo posava per terra su una coperta di lana e quella, appena lo sentiva vagire, accorreva e sceglieva la posizione più comoda perchè il bambino poppasse. Ciò pareva un miracolo al marito e alla moglie, che, al veder crescere quella creaturina sana, vispa e bella, ripetevano ogni giorno:
— Sarà la nostra fortuna! —
La donna ora, dovendo badare al bambino, non poteva più aiutare, come prima, il marito nel far la catasta, la rocchina per tenerla ben legata, nè a stendervi su la pelliccia con piote e piallacci. Avevano preso un garzone.
Il bambino, cresciuto, era diventato un frugoletto. Correva qua, montava là,