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Di tanto in tanto, egli si alzava per osservare l’andamento del loco, e soggiungeva:

— La catasta arde bene.

Otto giorni dopo, tornando dalla città dov’era andato a vendere il carbone, il marito portava un grosso involto sotto il braccio.

— Che bel regalo mi hai comprato, marito mio?

— Indovina, moglie mia.

— Una veste di mussola?

— Ma che!

— Un coscetto di abbacchio?

— Ma che!

Lasciami vedere. Che sarà mai, se lo posi con tanta cautela sul letto?

— Ti ho portato un figliolino.

— Di cenci?

— Di carne e ossa. Guarda!

Era davvero un bel bambino roseo, biondo, che dormiva saporitamente, avvolto in pannilini finissimi, orlati di trine.

— E chi te l’ha dato?

— L’ho trovato tra l’erba, su l’orlo di un fosso.