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la figlia del giardiniere 17

E per ciò ogni mattina coglieva i fiori più belli e più rari, e fattone un gran mazzo lo portava alla figliola.

Ma erano ormai passati parecchi mesi, e la cèchina, avuto in mano il mazzo, lo tastava, lo brancicava tutto e poi, strappàtolo fiore per fiore, lo buttava via, dicendo con accento, desolato:

— Quel fiore non c’è! —

Il giardiniere, intanto, non desisteva dal portargliene ogni mattina uno nuovo. Aveva riflettuto che la stregaccia, volendo un mazzo di fiori al giorno, doveva sapere quel che faceva. Certamente — come dubitarne più? — il portentoso fiore capace di ridonare la vista esisteva, ma non lo conosceva nessuno. Bisognava affidarsi al caso. E la strega, volendo un mazzo di fiori al giorno, aveva tentato d’impedire che la cèchina riacquistasse la vista. Ahimè! Forse quel fiore era stato colto e portato via dalla strega in uno dei tanti mazzi ricevuti! E se non rifioriva più? E se era di quelli che fioriscono una sola volta all’anno? Non sapeva darsene pace. Se avesse avuto la