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le bisacce del lupinaio 317


dito per davvero quella voce, o se avesse sognato.

Finalmente, una notte, il buio della cella fu rotto da un vivissimo splendore, e tra quella luce le sorrideva una bellissima signora.

— Non piangere! Sii buona. Ti aiuterò io. Sono colei che ha soccorso tuo padre il giorno che, sconfortato, voleva buttarsi nel fiume. Domani arriva il tuo liberatore! —

La giovane era così stupita di quel che vedeva ed udiva — ora non sognava davvero! — da non saper ringraziare quella signora prima che sparisse tutt’a un tratto.

E il giorno dopo si sentiva per la via una voce giovanile che gridava:

— Lupin dolci, lupini, lupinaio! —

Era un contadinotto poveramente vestito, che si tirava dietro un asinello, carico di due bisacce di lupini. Non se ne vendevano da un pezzo, e la gente si affollava a comprarli, anche per la speranza di trovarvi le monetine, come nelle misurine del vecchio lupinaio. No, questa volta