Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/254

Sua Maestà appariva di maggior buon umore:

— Lupin dolci, lupini, lupinaio!

Durò una settimana. Poi la gente si diradò, e alla fine soltanto pochi curiosi sfaccendati rimasero fermi davanti al palazzo reale, guardando a bocca aperta Sua Maestà che si sgolava inutilmente:

— Lupin dolci, lupini, lupinaio!

Intanto, in quegli otto giorni, la cassa reale rigurgitava di monetine d’oro, e il Re, da quell’avaraccio che era, le contava e le ricontava.

In quel tempo giungeva alla Corte l’ambasciata di un Re vicino: veniva per chiedere in nome del Reuccio suo figlio la mano della Reginotta. La richiesta fu gradita e, di lìi a qualche mese, arrivava il Reuccio, preceduto da ricchissimi doni per la sposa, e accompagnato da un gran seguito.

Entrando nel palazzo reale, scorgendo tra la folla delle persone di Corte la bionda figlia del lupinaio, cameriera della Regina, il Reuccio ne fu talmente colpito, da scambiarla per la Reginotta. Piegò