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— Grazia, MaestàI — Ma prima devi portarmi le vere bisacce dei lupini.

— Hanno sbagliato, poveretti; vado a prenderle io.

E portò proprio quelle, e la prova riuscì. In ogni misurino di lupini veniva trovata una monetina d’oro!

Il Re fece la grazia al lupinaio e alla moglie, e la Regina, incantata della bellezza e della modestia della ragazza, se la tenne nel palazzo per cameriera.

Il Re, da quell’avaraccio che era, non si fidava neppure dei Ministri per la vendita dei lupini. Vo!le fare da sé, e si mise davanti al portone con le bisacce caricate su un asino e il misurino in mano:

— Lupin dolci, lupini, lupinaio!

Aveva detto ai Ministri:

— Tanti misurini, tante monetine! Aprite bene gli occhi!

Da principio la gente radunata davanti al palazzo reale non osava di accostarsi a chiedere un soldo di lupini. Credevano che Sua Maestà volesse divertirsi, e stavano a guardare per vedere come finiva.