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— Babbo, la mamma ha ragione. Come può essere?
Il lupinaio, pur ripetendo:— L’ho vista io, con questi occhi! raccolse i lupini, mise le bisacce sull’asino e si avviò:
— Lupin dolci, lupini, lupinaio!
Gran folla, gran ressa.
— Lupinaio, prima a me! — Prima a me, lupinaio!
— Uno per volta!
E allora si accòrse che la gente, avuta la sua misura di lupini, frugava con l’indice, prendeva qualcosa che vi trovava mescolata e li buttava via senza metterne in bocca neppur uno. Dunque le monetine d’oro erano mescolate ai lupini! E come mai egli non le aveva trovate?
Tornò a casa con un pretesto. Rovesciò per terra quel che rimaneva in fondo alle bisacce e si buttò ginocchioni a frugare. Sparpagliava i lupini di qua e di là, li rimescolava, li osservava quasi a uno a uno.
— Ma che cosa cerchi?