![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
236 | luigi capuana |
titudine, e tornò subito a casa, senza gridare per via: — Lupin dolci, lupini, lupinaio!
— Moglie mia! Figlia mia; siamo ricchi! —
Non potè dir altro. Rovesciò per terra le due bisacce di lupini e si buttò ginocchioni per frugare. Li sparpagliava di qua, di là, li rimescolava, li osservava quasi a uno a uno... La moglie e la figlia lo credettero impazzito.
— Ma che cosa cerchi?
— Le monetine d’oro!
— Quali monetine?
— Quelle che, senza saperlo, ho dato alla gente con ogni misurino di lupini! Per questo si affollavano a comprare!
— Va bene — disse la moglie. — Ora che sei sicuro che non ce n’è, rimetti i lupini nelle bisacce e va’ a venderli! Le vere monetine d’oro saranno i soldi che riporterai.
— Ma quella povera donna dunque? L’ho vista io una monetina grossa quanto un lupino!...
— Si è burlata di te!