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232 luigi capuana


vide accorrere da ogni parte donne, uomini, vecchi, bambini...

— Lupinaio! Lupinaio! —

Non faceva in tempo a misurare e a intascare soldi. E in meno di un’ora tornò a casa con le bisacce vuote. Il giorno dopo, daccapo!

— Lupin dolci, lupini, lupinaio! —

In ogni via, in ogni piazza gran folla attorno all’asino.

— Prima a me, lupinaio! —

Si spingevano, si urtavano, facevano a pugni.

— Zitti! Ce n’è per tutti! —

E di lì a poco non ce n’era più! E il lupinaio allegro, con le tasche gonfie di soldi, tornò a casa per riempire le bisacce.

La moglie, vedendo tanta ressa, gli diceva:

— Dovresti rincararli: due soldi il misurino! —

Li rincarò; e la folla, invece di diminuire, ingrossò ancora di più. Il lupinaio non sapeva spiegarsi come mai la gente ammattisse tutt’a un tratto pei lupini, quasi fossero più dolci dei confetti.