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le bisacce del lupinaio 301

— Signora mia, rivolgetevi a un altro. Dei miei non so più se siano i ciottoli o i lupini. È una disgrazia, che mi accade senza che io possa capire come e perchè.

— Dove andate a venderli dunque?

— Vo a buttarli nel fiume, e io dietro!

— Lasciatemi vedere. —

La bella signora ficcò le mani prima in una, poi nell’altra bisaccia, rimescolò, rimescolò i lupini e ne trasse fuori una manciata:

— Dove sono i sassolini? Vi è parso, buon uomo! —

Incredulo, ficcò le mani anche lui fino in fondo alle bisacce, e le cavò fuori piene di lupini; neppur l’ombra di un ciottolo!

— Tornate addietro, buon uomo! Farete buoni affari; vedrete! —

Si voltò per ringraziarla: la bella signora era sparita. E avvenne precisamente com’essa aveva predetto.

— Lupin dolci, lupini, lupinaio! —

Con sua grande meraviglia, appena venduti qua e là una ventina di misurini,