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dei lupini, gli altri, rapidamente, gettavano manate di sassolini in una bisaccia dandole una rinsaccata di sotto in su, perché il lupinaio non se n’accorgesse.

Se n’accorgevano invece coloro che compravano, e se la prendevano con lui. Gli toccava di leticare a ogni po’. Sembrava una malizia di rivenditore poco coscenzioso. E il peggio era quando tornava a casa con le bisacce appena dimezzate e i lupini mescolati coi ciottoli. La moglie, linguacciuta, lo assaliva:

— Vedete? Ve la fanno sotto gli occhi e non vi accorgete di niente. Se dura così, nessuno più comprerà lupini... e noi camperemo di vento!

La figlia stava zitta, e faceva segno con gli occhi al padre di aver pazienza.

Poteva mai sospettare di quei ragazzacci?

— Un soldo di lupini!

E vedendo che quel po’ di lupini dovevano dividerseli fra cinque o sei, il poveretto faceva colmo più dell’ordinario il misurino, e intanto che lo versava nelle tasche del compratore, quegli altri, lesti