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radichetta 221


Aveva detto: Me ne vado pel mondo in cerca di fortuna. E tornava con tanta ricchezza, che neppur lui sapeva quanta.

Nella notte, ai buio, credendolo addormentato, i sei ladri, sotto voce, ragionavano fra loro.

— Dovrà portarsi via davvero la sua parte? Ammazziamolo nel sonno, ora che è piccino di tre spanne.

— Aspettate — disse da sè Radichetta; — vi concio io. — E messosi il pollice della mano destra tra le labbra, cominciò a soffiare, a. soffiare, a soffiare; e quando fu diventato un omaccione da poterli afferrare tutti per le gambe e sbatacchiarli nel muro, stese le braccia e li agguantò. I ladri cominciarono a urlare:

— Radichetta, che cosa fai?

— Vi do quel che meritate! —

Li sbattè tutti contro il muro, e li lasciò più morti che vivi. Aveva fatto un disegno nella sua mente.

— Ora soffio nel pollice, mi carico addosso tutte le ricchezze, e via di corsa fino al villaggio. Giungerò prima che sia giorno. —