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212 | luigi capuana |
pollice della mano destra e cominciò a soffiare, a soffiare, a soffiare. In pochi istanti era già più alto del più alto torrione del castello.
— Prèndici in mano a uno a uno, mèttici sul tetto e lascia fare a noi. —
Radichetta ne afferrò tre con una mano e tre con l’altra, e li posò sull’orlo del tetto, davanti a un abbaino. Con una ditata sfondò l’imposta, e i ladri entrarono dentro.
Dopo un buon pezzo, rièccoli, carichi di ogni ben di Dio: oro, argento, pietre preziose. Radichetta questa volta li afferrò a uno a uno, li depose per terra, e disse:
— Dividiamo.
— Due parti per te; una per ciascuno di noi, e il resto pei poveri, i primi che incontreremo.
Incontrarono un vecchietto curvo sotto un gran fastello di legna.
Radichetta, che aveva voluto essere l’elemosiniere, ficcò la mano in un sacco:
— Tenete buon uomo; non penerete più. —