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lentamente, soffiava, soffiava, e diventava un omaccione spropositato. Non ostante il buio, qualcuno dei ragazzi se n’accòrse e diè l’allarme. Volevano scappare, ma Radichetta, con quel corpaccio spropositato sbarrava l’uscita del vicolo, afferrava a uno a uno i ragazzi, somministrava loro una lieve sculacciata e li metteva fuori; se gliene avesse data una forte, li avrebbe conciati per le feste. Pianti, strilli, grida di spavento. Un omaccione a quella maniera nessuno l’aveva mai visto; siccome, a ogni sculacciata, Radichetta mandava un grugnito per impaurirli di più, così appena uno gridò: L’Orco! l’Orco!, tutti si misero a urlare: L’Orco, l’Orco!

La madre era affacciata alla finestra:

— Lasciali andare, Radichetta! Basta, Radichetta! —

E infatti, egli si tirò da una parte e lasciò scappare gli altri ragazzi senza molestarli. Poi, aperto l’uscio, era entrato carponi, con molto stento, aspettando di sgonfiare.

Ma la mattina dopo, tutto il villag-