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la figlia del giardiniere | 11 |
badato; ma dopo alcuni mesi era entrato in sospetto di qualche brutto mistero.
E il sospetto divenne certezza il giorno che la cèchina non cantò più.
— Perchè non canti più, figliola mia?
— Non posso cantare, babbo. Se mi provo, sento qualcosa alla gola, come una mano che mi stringa e mi voglia soffocare. —
Il giardiniere che non aveva mai posto attenzione all’aspetto della vecchia, quel giorno la guardò bene.
— Sembra una strega! — disse tra sè e sè.
Era tutta grinze, con i capelli bianchi tutti arruffati, gli occhi orlati di rosso sotto folte e ispide sopracciglia, il naso adunco, la bocca sdentata e le mani scarne e nodose. Proprio una strega! Come non se n’era accorto prima? E penso di licenziarla per vedere se, andata via lei, la cèchina potesse riprendere a cantare. Così muta gli sembrava più triste di quando si sfogava con le nenie che gli stringevano il cuore.
— Sentite, comare: non ho più bisogno di voi. Eccovi un bel regalo, tor-