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radichetta | 199 |
Che me ne faccio di questo bel regalo, se non posso rendere male per male? E corro il pericolo di buscarmi due gobbe, una davanti e l’altra di dietro!
— Intanto prova, figliolo mio!
— Niente; non vo’ neppur provare! —
E non ci fu verso d’indurlo a mettersi in bocca il pollice della mano destra per accertarsi che la Fata non li avesse ingannati.
Ma ecco, una notte, urli e pianti nella via. Era una nottataccia; pioveva a dirotto e tirava un vento così furioso, che pareva volesse sradicare le case.
— Che cosa avviene, mamma?
— Chi lo sa? Apro la finestra e sto ad ascoltare. —
E, nel buio, si sentiva urlare: —
Radichetta saltò giù dal lettino, che aveva per materassa due guanciali, e si vestì in fretta.
— Dove vuoi andare, figlio mio?
— Vo a vedere questi ladri! —
Si mise in bocca il pollice della mano destra, e cominciò a soffiare. In meno