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lei dall’ansietà che potesse accadergli qualche disgrazia, non aveva avuto pace, finchè non lo aveva rintracciato e rimesso nella tasca.

Gli anni passavano; Radichetta era già cresciuto di una spanna e mezzo, e aveva dodici anni.

Sua madre non lo teneva più nella tasca del grembiule, ma lo voleva sempre accanto a sè o sotto i suoi occhi. Era troppo vivace e anche un po’ manesco, quantunque uno schiaffo o un pugno di lui sembrassero piuttosto una carezza. Non era lo stesso per Radichetta. Uno spintone, un pugno, uno schiaffo degli altri ragazzi con cui attaccava facilmente lite facendo il chiasso, lo mandavano ruzzoloni per terra, o gli lasciavano i lividi sul viso. La povera mamma lo ammoniva, gli dava sempre torto, quantunque spesso avesse ragione. E minacciava i ragazzi:

— Vedrete, un giorno o l’altro, come vi concerà Radichetta!

— Per ora le ha avute; se le tenga! —

Radichetta, dalla stizza, si mordeva le manine.