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radichetta 193


chetta crebbe di due spanne, bello, ben proporzionato; sembrava un altro. Sua madre piangeva dalla gioia; lo riconosceva a stento.

— E non dire a nessuno di quel che hai visto e udito. Il bambino non deve saper niente prima di aver compiuto quindici anni.

— Non saprà niente, buona Fata. —

La povera madre voleva baciarle i piedi per ringraziarla; ma la Fata, diventata di nuovo bella, fosforescente, coronata di fiori, le spariva a un tratto davanti.

La donna, col bambino tra le braccia, non si saziava di baciarlo e ribaciarlo.

— Figliolino del mio cuore, è stata la tua fortuna! —

E si sedè su l’erba, aspettando che spuntasse l’alba, per uscire dal bosco.

Si era immaginato che il bambino sarebbe restato di tre spanne, come la Fata lo aveva fatto crescere soffiando il pollice della mano destra quasi fosse stato un cavallino. Invece, a poco a poco, se lo senti sgonfiare tra le braccia, e prima che l’alba