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156 | luigi capuana |
Quel sogno doveva essere un cattivo presagio!
E decisero d’andare a piedi dal mago Barba—d’oro.
Si misero in viaggio all’alba e camminarono tutta la giornata. La Principessa era così impaziente di avere la spiegazione del suo sogno, che non si curava della fatica e dei disagi del cammino.
— Riposiamoci un po’, Principessa!
— Più in là, Principe, più in là. —
Forteti, boscaglie, orridi sentieri; e la notte, sotto il cielo stellato senza luna, urli di bestie feroci, vicini, lontani, che li atterrivano e non permettevano ch’essi chiudessero un occhio.
Un giorno e una notte; e poi daccapo, un altro giorno e un’altra notte. Per quegli orridi sentieri non s’incontrava anima viva. Il povero Principe non ne poteva più.
— Riposiamoci un po’, Principessa!
— Più in là, Principe, più in là! —
Finalmente, il terzo giorno, verso sera, ecco tra gli alberi la casa del Mago. Con la facciata annerita dal tempo, tutta coperta di macchie di umido e di muffa ver-