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146 | luigi capuana |
una bellissima giovanetta, bionda, con occhi celesti, sorridente, che sembrava essersi destata allora allora da lunghissimo sonno. E aveva nell’aspetto e nei modi tanta dolcezza, tanta bontà, tanta modestia, da allontanare ogni sospetto che la reginotta vanitosa, superbiosa, disubbidiente, cattiva, gelosa, disperazione della nonna, fosse stata proprio lei, come aveva detto quella vecchia, e che il gastigo l’avesse cambiata.
— Era o non era dunque? —
La fiaba non lo chiarisce e si arresta qui.
Se poi volete saperne di più, mettetevi la via tra le gambe, andate nel paese dove comare Formica si fece fabbricare il bel palazzo di cui forse rimane qualche vestigio, se pure il vento, che allora apportò sassi, rena e calcina e acqua, non l’ha, dopo tanto tempo, spazzato via. Ma forse fareste inutilmente questo viaggio... E poi, bambini miei, non è bene essere eccessivamente curiosi.
Larga la via, stretta la foglia
E siam rimasti tutti con la voglia.