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140 | luigi capuana |
vanti al portone del palazzo, come una volta.
— Oh la bella rócca! Oh il bel fuso!
— Cosine da niente, comari mie!
Più tardi:
— Oh il bell’agoraio! Oh la bella spola!
— Cosine da niente, comari mie!
— Ci avete gente in casa? Ridono, fanno il chiasso...
— Chi vuole un bel bambino o una bella bambina, glieli regalo.
— Bocche che mangiano non ne prende nessuno. Sempre allegra, comare Formica!
Come? regalava anche dei bambini? Ora se ne capiva meno di prima! Avrebbero pagato chi sa che cosa per penetrare il mistero che la circondava.
La mattina dopo, comare Formica filava davanti al portone e cantava:
— Fuso mio, gira e trotta...
Molti ragazzi si erano radunati attorno a lei, con la bocca aperta di ammi-