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comare formica 133


nava allo scuro, con le finestre tutte chiuse.

— Avete sentito, comare Formica, che ventaccio stanotte?

— Non ho sentito niente, comari mie.

— Come? Sembrava che volesse sradicare il vostro palazzo!

— Non mi sono accorta di niente. Ho il sonno duro.

— Perchè piangete, comare Formica?

— La mia mala sorte vuole così.

— Non filate oggi, comare Formica?

— Il fuoco mi ha bruciato rócca, fuso e pennecchio.

— Non cucite oggi, comare Formica?

— Il fuoco mi ha bruciato lenzuola e guanciali da cucire.

— Non tessete oggi, comare Formica?

— Il fuoco mi ha bruciato telaio, spola, ordito, velo di sposa e veste di Regina.

E, la notte dopo, l’Orco tornava precisamente a mezzanotte. Ahuiii! Ahuiii!

— Vuoi essere l’Orchessa, sì o no?

— No! No! No!

— Invece di pane, con cacio o cipolla