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132 | luigi capuana |
— Viene il fuoco e mi brucia velo di sposa e veste di Regina.
— Non piangete, comare Formica!
— La mia mala sorte vuole così.
— Se avete bisogno di noi, comandateci, comare Formica! Povere siamo ma di buon cuore. —
Durante la nottata, le vicine sentirono soffi violenti e urli di vento attorno al palazzo di comare Formica. Ahuiii! Ahuiii!, quasi il vento gli girasse da ogni lato e tentasse di buttarlo giù o di portarlo via. Non osavano di affacciarsi per vedere quel che succedeva. E se si fossero affacciate avrebbero visto il palazzo tutto illuminato, tutte le finestre spalancate e due ombre correre per le stanze, una inseguendo l’altra, come spinte da una furia di vento che urlava: — Ahuiii! Ahuiii! —
Non era il vento, ma l’Orco che voleva afferrare comare Formica e non riusciva a raggiungerla.
Intanto verso l’alba il rumore cessava.
L’Orco scappava via — Ahuiii! Ahuiii! — per paura del sole, e il palazzo tor-