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Le altre vicine, che erano curiose, sì, ma non avevano preso parte alle birbonate contro di lei, le domandarono:

— E il palazzo, quando ve lo farete fabbricare, comare Formica?

— Una di queste mattine, comari.

— E il marito, lo avete già trovato il marito?

— Verrà una di queste mattine, comari.

Palazzo finito Attende il marito.

— Sempre allegra, comare Formica. Ah! Ah!...

— Ride meglio chi ride l’ultima.

Ma quale non fu lo stupore di quelle buone comari, quando una mattina videro che la casetta di comare Formica era stata trasformata, durante la notte, in un meraviglioso palazzo assai più grande e più bello del palazzo reale!

E comare Formica, con la rocca al fianco e il fuso in mano, filava davanti il grande portone quasi non fosse accaduto niente di nuovo.

— Fuso mio, gira e trotta!