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118 | luigi capuana |
— Quando ne avrò parecchi mi farò fabbricare un palazzo.
— Un palazzo per voi sola?
— Allora... prenderò marito se posso trovarlo.
— Siete già quasi vecchina!
— Allora .... Aspettate e vedrete. Intanto lasciatemi tessere. —
E facendo andare e venire la spola tra l’ordito del telaio, comare Formica cantava:
Vola, spolina mia, vola, spolina!
Non ti arrestare mal, spolina cara;
Trama di seta e argento la mattina,
Trama di seta e d’oro verso sera.
Vola, spolina mia... vola, spolina,
Velo di sposa e veste di Regina.
Lavorava da mattina a sera, filando, cucendo, tessendo secondo le richieste della gente, e la sua voce squillava per la via così limpida e dolce, che era una delizia stare ad ascoltarla. Le vicine però ridevano delle canzoni che accompagnavano il lavoro di comare Formica e le dicevano:
— Come mai, comare, quel filato così