Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
116 | luigi capuana |
Per ciò le vicine l’avevano soprannominata comare Formica.
Non ostante la povertà e la fatica, comare Formica era sempre di buon umore.
— Che ve ne fate dei quattrini, comare Formica?
— Quando saranno parecchi, me ne farò una frittata.
— O che si mangiano i quattrini?
— Allora... li metterò sotto la chioccia per farli covare.
— O che sono uova i quattrini?
— Allora... li seminerò in un vaso e aspetterò che vengano su.
— O che sono fiori i quattrini?
— Provate e vedrete! Intanto lasciatemi filare. E filando cantava:
Fuso mio, gira e trotta,
La camicia della Reginotta;
Fuso mio, trotta e gira,
Le lenzuola della Regina;
Gira e trotta, fuso mio,
Corda ai piedi a chi dico io!
Le vicine, sempre curiose, tornavano a domandarle: