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C

era una volta una povera donna che viveva del suo lavoro. Arrivata in un paese dove nessuno la conosceva, aveva preso in affitto una cameretta a pian terreno e lavorava, lavorava da mattina a sera, filando, tessendo, cucendo, secondo le richieste della gente.

Di quel po’ che guadagnava, un terzo lo spendeva per vivere, e il resto lo metteva da parte. Campava quasi con niente. Una fetta di pane, un pezzetto di cacio o una cipolla per companatico, e una bella bevuta di acqua era il suo desinare; e la cena nessuna differenza: una fetta di pane, un pezzetto di cacio o una cipolla per companatico, e una bella bevuta di acqua; null’altro.