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110 | luigi capuana |
Sposarono alla chetichella. Ma trascorsi parecchi giorni, e vedendo che le cose andavano come prima, cioè che colui mangiava, beveva, dormiva, ingrassava, e non accennava a condurla al palazzo reale del suo regno, Reginotta non si ritenne più:
— Insomma, Reuccio, quando andiamo al palazzo reale?
— Quando voi volete, moglie mia. —
La prese sotto il braccio e la condusse davanti ai palazzo reale.
— Non entriamo?
— Non s’entra, ci sono le guardie.
— E voi non siete il Reuccio? Non comandate ad esse?
— Mi chiamo Reuccio ma non sono Reuccio.
— Non siete Reuccio? Ah furfante! —
E gli si gettò addosso, per accopparlo.
Ma Reuccio le assestò certi pugni sul viso da illividirle le guance. Accorse gente, e li divisero. Tutti domandavano:
— Che cosa è stato? Niente. La figlia del ramaio che letica col marito! —