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cinciallegra 97

La porticina della gabbia si aperse da sè, e il pettirosso venne fuori, volò sulle mani di Reginotta, e cominciò a beccargliele delicatamente. In meno che si dice, erano diventate belle bianche come prima.

La superbiosa non ringraziò neppure con un cenno del capo; voltò le spalle e andò ad affacciarsi alla finestra, come se niente fosse stato.

E il mezzanino e l’orticello tornarono a risonare dei canti di Cingallegra e del pettirosso, e la bottega del ramaio dei colpi di martello con cui egli batteva, su l’incudinetta a paio, caldaie, pentole, paioli, padelle. Sempre di buon umore, dava la voce ai passanti di sua conoscenza; ma se qualcuno gli domandava: — Ramaio, quando mariterete le vostre figliole? — invece di rispondere al solito, picchiava rabbiosamente col martello su l’oggetto che aveva per le mani: pentola, padella, paiolo o caldaia, e brontolava le parole così sottovoce, da non far intendere quel che diceva. Diceva:

— Pur troppo ho paura che mi spi-