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— Maestà, ora piantate in terra il coltellino e sputate tre volte; siamo arrivati. -
La Regina piantò il coltellino e sputò tre volte; e la vecchiarella disse:
— Coltellino, coltellino di Dio,
Com’io ti pianto, vo’ strapparti io. -
Lasciamo costoro e torniamo alla Reginotta.
Vistasi sola sola in cima alla montagna, s’era messa a piangere e a strillare; poi, povera bimba, s’era addormentata. Si svegliò in un gran palazzo; ma per quelle stanze e quei stanzoni non vedeva anima viva. Gira, rigira, era già stanca.
— Reginotta, sedete, sedete! -
Le sedie parlavano.
Si sedette, e dopo un pezzettino, cominciò a sentirsi appetito. Comparve una tavola apparecchiata, colle pietanze fumanti.
— Reginotta, mangiate, mangiate! -
La tavola parlava.
Mangiò, bevve, e poco dopo le vennero le cascaggini.
— Reginotta, dormite, dormite! -
Il letto parlava. Era uno stupore.
Così tutti i giorni. Non le mancava nulla, ma s’annoiava a star lì senza vedere un viso di cristiano.