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Allora il Re le raccontò per filo e per segno ogni cosa.
E la Regina partì, come una pazza per ritrovar la figliuola.
Salita in cima alla montagna, cercò, chiamò tre giorni e tre notti, ma non scoperse neppure un segnale; e tornò, desolata, al palazzo.
Eran passati sette anni. Della bimba non s’era più saputo nuova. Un giorno la Regina si affaccia al terrazzino e vede giù nella via quella vecchiarella tanto ricercata:
— Buona donna, buona donna, montate su.
— Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. -
La Regina rimase male. E il giorno dopo stette tutta la mattinata ad aspettarla al terrazzino. Come la vide passare:
— Buona donna, buona donna, montate su.
— Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. -
Il giorno dopo, la Regina, per far meglio, andò ad aspettarla innanzi il portone.
— Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. -
Ma la Regina la prese per una mano e non la lasciò andar via; e per le scale le domandò perdono di quella volta che non le avea fatto l’elemosina.
— Buona donna, buona donna, fatemi ritrovar la mia figliuola!