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senza-orecchie 69

— Ancora una settimana, — disse il cuoco — e sarà un boccone reale.

Come intese queste parole, la Reginotta si sentì rinascere:

— Otto giorni! Oh, quella quaglia il Lupo Mannaro non l’avrebbe mangiata; no, no! —

Pensa e ripensa, le venne un’idea. La mattina, saltata giù dal letto, appostossi alla bocca della grotta, dentro il collo del pozzo, ed aspettò che venisse gente ad attinger acqua. La carrucola stride, la secchia fa un tonfo, ed ecco la Reginotta che s’afferra alla corda, puntando i piedini sull’orlo della secchia. La tiravano su lentamente; era un po’ pesa. A un tratto la corda si rompe, e secchia e Reginotta, patatunfete, giù!

Accorsero le cameriere e la ritirarono dall’acqua.

— Ebbi un capogiro e cascai. Non ne fate motto, per carità; il Lupo Mannaro mi picchierebbe. —

E passò un giorno.

Il secondo giorno, aspetta aspetta, la secchia non venne giù. Bisognava trovare un altro mezzo: ma non era come dirlo. Quale? La grotta non aveva che quell’unica uscita.

E passò un altro giorno.